Duemilanove battute di Francesca Fornario
da "L’Unità" http://www.unita.it/rubriche/fornario/93165
da "L’Unità" http://www.unita.it/rubriche/fornario/93165
Noi non dimentichiamo.
"Non conosciamo le facce degli uomini che hanno ideato le stragi, ma le facce di chi depistò le indagini e chi la favorì. L’obiettivo era impedire lo sviluppo democratico dell’Italia e il simbolo di Bologna dava fastidio. Volevano ricattarci, non ci sono riusciti. Anche senza prove giudiziare sappiamo perché quella strage è stata commessa. E dobbiamo rinnovarne il ricordo, non come un dolore del passato: raccontarlo a chi non c’era, per tramandarne la lezione. La memoria non deve andare perduta. Abbiamo bisogno di rituali ma questi non soddisfano più lo scopo per cui erano stati pensati. La democrazia cammina sulle gambe di chi ci crede".
Flavio Delbono, Sindaco di Bologna.
Ancora non si sa se lo stupro di San Valentino sia stato opera dei due rumeni fermati a Roma, o no. Per i pm, sì. Per l’esame del Dna, no. Si vedrà. È una vera fortuna che i due non fossero politici, altrimenti avremmo tv e giornali intasati di geremiadi contro la «persecuzione giudiziaria» e la «gogna mediatica». Invece sono rumeni: l’uno vale l’altro, tanto sono tutti uguali. Il Giornale spiega che forse c’é stato un errore, ma «nessun razzismo». Infatti Il Giornale, culla del garantismo all’italiana, il 19 febbraio titolò sobrio: «Prese le belve di S.Valentino: “Sono stati loro”». «Regina Coeli: “Quelle bestie qui non le vogliamo”». «Liberi di delinquere con benedizione dei giudici». «Il quartiere: “Buttate via la chiave”». Mancava solo l’invito a impalarli, per completare la gamma della titolazione garantista. Intanto l’Ordine degli avvocati ha sospeso per 3 mesi Antonio Di Pietro. Nel 2002 l’ex pm era legale di parte civile per due coniugi amici suoi coinvolti in un grave fatto di cronaca. L’amico fu trovato ferito vicino al cadavere della moglie strangolata. Si pensò a un balordo, poi saltò fuori che l’assassino era il marito. Così almeno decise la Corte d’Assise, che lo condannò a 21 anni. Non potendo difendere vittima e presunto carnefice, Di Pietro scelse la prima e rimise il mandato per il secondo. Ma questo, per l’Ordine forense (lo stesso che per 3 anni è riuscito a non espellere Previti, condannato perché comprava giudici), viola «i doveri di lealtà, correttezza e fedeltà». Giusto: il vero garantista, tra la vittima e l’assassino, sceglie l’assassino.
di Marco Travaglio
l’Unità del 7 marzo 2009
Bossi junior ancora bocciato. E’ accanimento?
La scuola apprende e trema. La notizia giunge dal Collegio arcivescovile Bentivoglio di Tradate, nel varesotto, ed avrà conseguenze sulla scuola tutta. Protagonisti un manipolo di insegnanti, i soliti. Quei fannulloni, ignoranti, immeritatamente benestanti e, magari, pure terroni ne hanno combinata un’altra delle loro. Hanno bocciato, per la terza volta, all’esame di maturità Bossi junior. Lo hanno respinto nonostante il Tar avesse intimato loro la ripetizione della prova già fallita a luglio. Lo hanno bocciato nonostante la ministra Gelmini avesse inviato un ispettore a garanzia del candidato unico. Ora, la scuola aspetta e trema. Dopo le stolte decretazioni spacciate per innovazioni, i tagli e scuci di Tremonti, le basse insinuazioni di Brunetta, adesso si teme la furia belluina del ministro-padre e del suo plotone celtico. Eppure la ministra era stata chiara: “bisogna favorire l’eccellenza”, aveva detto.
E allora? Allora non aveva fatto i conti con i prof comunisti. Sempre gli stessi. Maledetti! È ora che il premier provveda. Epuri, epuri pure. Via le cattedre rosse. Nella scuola si attui, per decreto, il seppellimento delle carriere. Prof mai più. Basta con questi facinorosi. I tempi per un editto di Tradate sono maturi. Lo proclami. Poi, come al solito, gli basterà mettere in moto, in ogni Tg, il carosello dei suoi replicanti. Quello che accompagna, quotidianamente, le cene degli italiani. Un replicante dopo l’altro, ciascuno uguale all’altro. Tutti lividi di rabbia, accomunati dal ghigno rancoroso, dal livore dialettico, tenuti al guinzaglio da cravatte monomarca, a pois o margheritine su fondo blu. Li alterni, in video, con i devoti del dio Po agghindati con cravatte, pochette e foulard di tutti i verdi che la Padania dà.
Renda finalmente giustizia al giovane Renzo, pre-destinato ad una fulgida carriera politica come il di lui fratello, lo riscatti dal pre-giudizio rosso. In fondo Tradate non è Parigi ed il Collegio arcivescovile di Bentivoglio non è mica la Sorbona. Magari lo nomini ministro dell’istruzione, previa promozione facile da ottenere in quel di Reggio Calabria. In fondo la scuola se lo merita. E poi, si sa, il dicastero di viale Trastevere, da sempre, è abituata al peggio.
GARIBALDI
( dal sito http://www.alessandroportinaro.it/ )
Perché poi basta una sera come questa, alla festa dell’unità di Alice Castello, per capire perché io sono in questo partito e perché ha ancora senso fare politica. perché le facce dei compagni e delle compagne (e degli amici e delle amiche, suvvia…) sono le nostre, quelle della nostra gente. E ci si sente più leggeri, più convinti, pronti a ripartire.
P.S.
Sul blog del centrosinistra trinese è stato riportato il mio post precedente. A scanso di equivoci, i miei dubbi e le mie perplessità sull’attuale attività politica del PD non si riferivano al circolo trinese, ma a livelli un po’ più alti, dove mi sembra si fatichi a individuare una linea credibile di opposizione e un disegno strategico convincente per il nostro paese.
(dal sito http://www.alessandroportinaro.it/ )
In questi giorni campeggia sui muri di Trino (e non solo) la faccia di Pedrale, consigliere regionale di forza italia. Chiede alla Bresso quando farà pulire i fiumi per evitare la prossima alluvione…
Questa storiella della pulitura dei letti dei fiumi mi infastidisce sempre molto. Perché è sempre posta in modo semplicistico e polemico, perché si tende a far credere che le alluvioni capitano a causa della ghiaia che si deposita naturalmente sui letti dei fiumi, perché è semplice individuare una causa (che quasi sempre non esiste) per evitare di parlare dei problemi reali, dal cambiamento del clima alla cementificazione selvaggia delle vallate, dalle opere di canalizzazione dei fiumi all’antropizzazione senza regole del territorio.
E poi trovo inquietante che i sostenitori della necessità di pulire sempre e comunque in modo indiscriminato il greto dei fiumi siano politici di forze che non hanno alcun rispetto per l’ambiente, cavatori e altri sodali di questa risma.
Ci sono le alluvioni, già. Bisogna fare in modo che non devastino più i nostri territori, verissimo. E allora siamo seri, per favore. Lavoriamo per realizzare opere di ingegneria naturalistica, restituiamo al territorio alberi e verde e terra al posto del cemento che l’ha soffocato, mettiamo in atto tutte quelle politiche che incidono in modo positivo sul risparmio energetico e sul riscaldamento climatico.
Altro che manifesti ad effetto…
(da http://www.alessandroportinaro.it/ )
Ritorno al nucleare (di terza generazione, nel frattempo), costruzione del ponte sullo stretto, salvataggio immediato di Rete4, introduzione del reato di clandestinità…
Ma Alitalia, ad esempio? E i salari, tanto per fare un altro esempio?
E c’è ancora chi dice che questo Berlusconi è diverso da quello di qualche anno fa… a me non sembra affatto.
(da http://www.alessandroportinaro.it/)
Perché mi sembra che in questo periodo sia utile ricordare.
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Bertolt Brecht
(grazie chiara per il suggerimento…)
(dal sito http://www.alessandroportinaro.it/)