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Berlusconi sogna di essere il Papa e modifica la Bibbia

Stanotte Berlusconi ha di nuovo sognato di essere il Papa. Nel sogno, il Papa prendeva provvedimenti dopo la caduta provocata da una donna italo-svizzera: un’aggressione frutto del clima d’odio fomentato dai calvinisti. Il gesto della donna è stato elogiato da alcuni iscritti a FaceBook, un network sionista creato da uno studente israeliano per prendere in giro l’apostolo Giovanni. Uno degli uomini più vicini al Papa, il cardinale polacco Cicchittowski, ha chiesto l’immediata chiusura del network e l’approvazione di alcune misure volte a garantire una maggiore sicurezza del pontefice. Tra queste, il processo di beatificazione breve, che consentirà al Papa di diventare santo entro i prossimi 5 minuti. La beatificazione breve, precisano gli avvocati rotali, ha valore retroattivo. Quindi, il Papa era già santo quando diceva che «le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale» e che «sono nocive per il retto sviluppo della società» e non potrà essere giudicato per queste affermazioni. Il cardinale Cicchittowski ha inoltre puntato il dito contro il «Network dell’odio», composto da alcuni giornali faziosi come il mensile «Focus» – che tende sistematicamente a demonizzare le posizioni del Papa sull’origine dell’uomo – e da una trasmissione sovversiva come «SuperQuark», appiattita sulle posizioni di un terrorista mediatico di nome Galileo Galilei. Cicchittowski invitava infine a modificare la Bibbia per dare maggiori poteri al Papa. Il sogno si conclude con una telefonata del Papa al direttore di Avvenire, durante la quale il pontefice concorda una campagna stampa contro il presidente della Camera Fini, accusato di essere troppo vicino al Dalai Lama («Novella 2000» li ha fotografati con un pareo identico). Berlusconi sogna di essere il Papa da quando, come Gesù, ha in mente di fondare il partito dell’amore. Ma nel suo programma elettorale ci sono così tante leggi ad personam che al massimo può fondare il partito dell’autoerotismo.

Duemilanove battute di Francesca Fornario

da "L’Unità" http://www.unita.it/rubriche/fornario/93165 
 

 
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Pubblicato da su gennaio 3, 2010 in Uncategorized

 

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2 agosto 1980 – 2 agosto 2009

Noi non dimentichiamo.

strage-bologna"Non conosciamo le facce degli uomini che hanno ideato le stragi, ma le facce di chi depistò le indagini e chi la favorì. L’obiettivo era impedire lo sviluppo democratico dell’Italia e il simbolo di Bologna dava fastidio. Volevano ricattarci, non ci sono riusciti. Anche senza prove giudiziare sappiamo perché quella strage è stata commessa. E dobbiamo rinnovarne il ricordo, non come un dolore del passato: raccontarlo a chi non c’era, per tramandarne la lezione. La memoria non deve andare perduta. Abbiamo bisogno di rituali ma questi non soddisfano più lo scopo per cui erano stati pensati. La democrazia cammina sulle gambe di chi ci crede".

Flavio Delbono, Sindaco di Bologna.

 
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Pubblicato da su agosto 2, 2009 in Uncategorized

 

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Garantisti per caso

Ancora non si sa se lo stupro di San Valentino sia stato opera dei due rumeni fermati a Roma, o no. Per i pm, sì. Per l’esame del Dna, no. Si vedrà. È una vera fortuna che i due non fossero politici, altrimenti avremmo tv e giornali intasati di geremiadi contro la «persecuzione giudiziaria» e la «gogna mediatica». Invece sono rumeni: l’uno vale l’altro, tanto sono tutti uguali. Il Giornale spiega che forse c’é stato un errore, ma «nessun razzismo». Infatti Il Giornale, culla del garantismo all’italiana, il 19 febbraio titolò sobrio: «Prese le belve di S.Valentino: “Sono stati loro”». «Regina Coeli: “Quelle bestie qui non le vogliamo”». «Liberi di delinquere con benedizione dei giudici». «Il quartiere: “Buttate via la chiave”». Mancava solo l’invito a impalarli, per completare la gamma della titolazione garantista. Intanto l’Ordine degli avvocati ha sospeso per 3 mesi Antonio Di Pietro. Nel 2002 l’ex pm era legale di parte civile per due coniugi amici suoi coinvolti in un grave fatto di cronaca. L’amico fu trovato ferito vicino al cadavere della moglie strangolata. Si pensò a un balordo, poi saltò fuori che l’assassino era il marito. Così almeno decise la Corte d’Assise, che lo condannò a 21 anni. Non potendo difendere vittima e presunto carnefice, Di Pietro scelse la prima e rimise il mandato per il secondo. Ma questo, per l’Ordine forense (lo stesso che per 3 anni è riuscito a non espellere Previti, condannato perché comprava giudici), viola «i doveri di lealtà, correttezza e fedeltà». Giusto: il vero garantista, tra la vittima e l’assassino, sceglie l’assassino.

di Marco Travaglio

l’Unità del 7 marzo 2009

 
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Pubblicato da su marzo 7, 2009 in Uncategorized

 

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e' proprio vero: non c'è due senza tre

Bossi junior ancora bocciato. E’ accanimento?


La scuola apprende e trema. La notizia giunge dal Collegio arcivescovile Bentivoglio di Tradate, nel varesotto, ed avrà conseguenze sulla scuola tutta. Protagonisti un manipolo di insegnanti, i soliti. Quei fannulloni, ignoranti, immeritatamente benestanti e, magari, pure terroni ne hanno combinata un’altra delle loro. Hanno bocciato, per la terza volta, all’esame di maturità Bossi junior. Lo hanno respinto nonostante il Tar avesse intimato loro la ripetizione della prova già fallita a luglio. Lo hanno bocciato nonostante la ministra Gelmini avesse inviato un ispettore a garanzia del candidato unico. Ora, la scuola aspetta e trema. Dopo le stolte decretazioni spacciate per innovazioni, i tagli e scuci di Tremonti, le basse insinuazioni di Brunetta, adesso si teme la furia belluina del ministro-padre e del suo plotone celtico. Eppure la ministra era stata chiara: “bisogna favorire l’eccellenza”, aveva detto.

E allora? Allora non aveva fatto i conti con i prof comunisti. Sempre gli stessi. Maledetti! È ora che il premier provveda. Epuri, epuri pure. Via le cattedre rosse. Nella scuola si attui, per decreto, il seppellimento delle carriere. Prof mai più. Basta con questi facinorosi. I tempi per un editto di Tradate sono maturi. Lo proclami. Poi, come al solito, gli basterà mettere in moto, in ogni Tg, il carosello dei suoi replicanti. Quello che accompagna, quotidianamente, le cene degli italiani. Un replicante dopo l’altro, ciascuno uguale all’altro. Tutti lividi di rabbia, accomunati dal ghigno rancoroso, dal livore dialettico, tenuti al guinzaglio da cravatte monomarca, a pois o margheritine su fondo blu. Li alterni, in video, con i devoti del dio Po agghindati con cravatte, pochette e foulard di tutti i verdi che la Padania dà.

Renda finalmente giustizia al giovane Renzo, pre-destinato ad una fulgida carriera politica come il di lui fratello, lo riscatti dal pre-giudizio rosso. In fondo Tradate non è Parigi ed il Collegio arcivescovile di Bentivoglio non è mica la Sorbona. Magari lo nomini ministro dell’istruzione, previa promozione facile da ottenere in quel di Reggio Calabria. In fondo la scuola se lo merita. E poi, si sa, il dicastero di viale Trastevere, da sempre, è abituata al peggio.

GARIBALDI

 
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Pubblicato da su dicembre 1, 2008 in Uncategorized

 

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Mentire sapendo di mentire

I tg di ieri ci hanno riferito la versione del governo sulle violenze di piazza Navona: una aggressione degli studenti di sinistra, alla quale i fascisti avrebbero reagito. E dire che qualche milione di spettatori avevano già visto la sera prima ad Annozero un filmato che dimostrava senza ombra di dubbio come i fascisti si fossero schierati in formazione militare, armati di mazze, in attesa dell’ordine di attacco, che è puntualmente arrivato e si è sentito benissimo anche in tv. Allora si sono mossi come un sol uomo, con i poliziotti che restavano immobili alle loro spalle. Il tutto sotto gli occhi dei giornalisti presenti al momento (che infatti lo hanno scritto). E ora, che giudizio si può dare di un governo che mente sapendo di mentire al Parlamento e al popolo? Esattamente quello che si può dare di Berlusconi, che nega non solo le verità più evidenti, ma perfino le sue stesse parole. Per lui, la satira di una Sabina Guzzanti in gran forma, non basta: a Blob l’ardua sentenza.
 
Maria Novella Oppo
 
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Pubblicato da su novembre 1, 2008 in Uncategorized

 

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a volte capisco

( dal sito http://www.alessandroportinaro.it/ )

 

Perché poi basta una sera come questa, alla festa dell’unità di Alice Castello, per capire perché io sono in questo partito e perché ha ancora senso fare politica. perché le facce dei compagni e delle compagne (e degli amici e delle amiche, suvvia…) sono le nostre, quelle della nostra gente. E ci si sente più leggeri, più convinti, pronti a ripartire.

 

 

P.S.

Sul blog del centrosinistra trinese è stato riportato il mio post precedente. A scanso di equivoci, i miei dubbi e le mie perplessità sull’attuale attività politica del PD non si riferivano al circolo trinese, ma a livelli un po’ più alti, dove mi sembra si fatichi a individuare una linea credibile di opposizione e un disegno strategico convincente per il nostro paese. 

 
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Pubblicato da su luglio 20, 2008 in Uncategorized

 

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brevi note

(dal sito http://www.alessandroportinaro.it/ )

  1. Sabato pomeriggio sarò alla manifestazione contro il nucleare a Trino.
  2. Ci sono momenti in cui fatico a capire dove stia andando il mio partito. Ultimamente questi momenti capitano di frequente.
  3. E’ arrivata la sentenza (una delle, a essere precisi…) per i fatti del G8 di Genova del 2001. Senza entrare nel merito, mi limito a dire che in quei giorni ci fu una sospensione della democrazia e dei diritti umani. Una delle pagine più buie della storia recente del nostro paese.
  4. Maroni continua a voler prendere le impronte digitiali ai rom, bambini inclusi. Qualcuno gli spiega che vorremmo essere in un paese civile e che le discriminazioni etniche portano immediatamente bruttissimi ricordi?
  5. Berlusconi è sempre Berlusconi. Si occupa di sé e dei suoi affari, non dell’Italia. 
 
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Pubblicato da su luglio 17, 2008 in Uncategorized

 

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manifesti

In questi giorni campeggia sui muri di Trino (e non solo) la faccia di Pedrale, consigliere regionale di forza italia. Chiede alla Bresso quando farà pulire i fiumi per evitare la prossima alluvione…

Questa storiella della pulitura dei letti dei fiumi mi infastidisce sempre molto. Perché è sempre posta in modo semplicistico e polemico, perché si tende a far credere che le alluvioni capitano a causa della ghiaia che si deposita naturalmente sui letti dei fiumi, perché è semplice individuare una causa (che quasi sempre non esiste) per evitare di parlare dei problemi reali, dal cambiamento del clima alla cementificazione selvaggia delle vallate, dalle opere di canalizzazione dei fiumi all’antropizzazione senza regole del territorio.

E poi trovo inquietante che i sostenitori della necessità di pulire sempre e comunque in modo indiscriminato il greto dei fiumi siano politici di forze che non hanno alcun rispetto per l’ambiente, cavatori e altri sodali di questa risma.

Ci sono le alluvioni, già. Bisogna fare in modo che non devastino più i nostri territori, verissimo. E allora siamo seri, per favore. Lavoriamo per realizzare opere di ingegneria naturalistica, restituiamo al territorio alberi e verde e terra al posto del cemento che l’ha soffocato, mettiamo in atto tutte quelle politiche che incidono in modo positivo sul risparmio energetico e sul riscaldamento climatico.

Altro che manifesti ad effetto… 

(da http://www.alessandroportinaro.it/ )

 
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Pubblicato da su giugno 11, 2008 in Uncategorized

 

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vecchio e nuovo

Ritorno al nucleare (di terza generazione, nel frattempo), costruzione del ponte sullo stretto, salvataggio immediato di Rete4, introduzione del reato di clandestinità…

Ma Alitalia, ad esempio? E i salari, tanto per fare un altro esempio?

E c’è ancora chi dice che questo Berlusconi è diverso da quello di qualche anno fa… a me non sembra affatto. 

 

(da http://www.alessandroportinaro.it/)

 
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Pubblicato da su Maggio 25, 2008 in Uncategorized

 

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parole antiche

Perché mi sembra che in questo periodo sia utile ricordare.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Bertolt Brecht

(grazie chiara per il suggerimento…)

(dal sito http://www.alessandroportinaro.it/)

 
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Pubblicato da su Maggio 22, 2008 in Uncategorized

 

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