Una ventina i casalesi presenti, che con il polverino stanno già facendo i conti da tempo. Le denunce di siti con presenza di polverino (residui della lavorazione di amianto utilizzati per ricoprire cortili o altre superfici) sono passate dalle 60, di qualche anno fa alle attuali 130. Metà sono già stati bonificati a con spesa a totale carico dello Stato.
Ma a Casale si lavora ancora anche alla bonifica delle coperture in eternit: varie richieste stanno giungendo in Comune per usufruire del finanziamento di 40 euro (il fondo è di circa 10 mila euro) che l’assessore all’Ambiente Vito De Luca ha messo a disposizione per sollecitare le bonifiche di piccole superfici (fino a 10 metri quadri, peso massimo 140 chili) per evitare smaltimenti selvaggi. In proposito, e più in generale per dare informazioni puntuali riguardanti l’amianto, in assessorato si sta lavorando a un dépliant che verrà distribuito sul territorio monferrino."
da "La Stampa" del 31 gennaio 2009
Dei fondi Scanzano vincolati a un utilizzo di tipo "ambientale" chiediamo che una parte venga destinata a un’opera di riqualificazione ambientale con un’immediata mappatura del territorio per delineare e identificare in modo preciso dove è localizzata la presenza di materiale contenente fibra di amianto, vedi "eternit".
Chiediamo inoltre un’immediato intervento su edifici pubblici che eventualmente vedono la presenza di suddetti materiali e iniziative di incentivazione alla rimozione da parte dei privati di coperture in eternit seguendo l’esempio di Casale Monferrato. Il tutto volto a disincentivare lo smaltimento selvaggio di cui siamo purtroppo stati poco tempo fa testimoni fornendo immediatamente la segnalazione sia al Comune che agli enti preposti.
La mappatura in particolare avrebbe un effetto deterrente allo smaltimento selvaggio e abusivo perchè nel momento in cui si sa che le Istituzioni sono al corrente della presenza di materiale "pericoloso" e poi lo stesso misteriosamente "scompare" senza che ci siano state richieste di intervento di smaltimento, il rischio per il trasgressore che "qualcuno" si domandi che fine hanno fatto quei materiali e che lo vada a chiedere al proprietario, diventa concreto e molto probabile.
Considerando che i fondi non sono illimitati sia come quantità che come tempi di erogazione, chiediamo che il loro utilizzo sia pensato studiando una scala di priorità ed emergenze di tipo ambientale, questo per i fondi aventi un preciso vincolo di tipo ambientale.